All’interno dell’arcipelago toscano, a pochi chilometri dall’Isola d’Elba, c’è un’isola dal cuore selvaggio di natura prevalentemente montuosa che, per questa sua qualità, veniva paragonata sui portolani (antichi manuali di navigazione) a una “montagna alta come un diamante apuntato”.
L’Isola di Montecristo, anticamente chiamata Oglasa, deve il suo nome alla presenza di monaci che abitarono l’isola sin dal V secolo d.c. Successivamente venne utilizzata perlopiù come riserva reale di caccia, fino a quando durante l’Ottocento non catturò l’attenzione di Napoleone, in esilio all’Elba, che voleva farne un presidio militare e di uomini benestanti desiderosi di farne la loro dimora, tra questi il botanico inglese George Watson Taylor.
Cosa verrà svelato in questo articolo:
Nato in Giamaica, George Watson Taylor fu l’ultimo di quattro figli di famiglia di piccoli proprietari di piantagioni locali. Grazie al matrimonio con la figlia Sir John Taylor, uomo tra i più facoltosi dell’Inghilterra dell’epoca, divenne in poco tempo un uomo ricchissimo. Di George Watson Taylor si sa che fu un grande amante della cultura e dell’arte e molto probabilmente a spingerlo nell’acquisto dell’isola di Montecristo fu la lettura della celebre opera di Alexandre Dumas “Il conte di Montecristo”.
Nel 1852 al prezzo di 50.000 lire comprò dal Granduca di Toscana l’isola e qui si trasferì con la sua famiglia in quella che oggi viene chiamata Villa Watson Taylor, l’unico edificio sull’isola. Sir Watson Taylor fece di Cala Maestra una splendida area verde ricca di giardini terrazzati e specie arboree rare, tra cui l’eucalipto. Durante il suo soggiorno a Montecristo, Watson Taylor scoprì anche alcune specie di piante fino a quel momento sconosciute e immise l’alianto, una specie vegetale esotica che ha mutato l’assetto paesaggistico dell’isola.
Grazie alla popolarità dell’opera di Dumas, alla sua ricchezza e alle sue origini inglese, si guadagnò il soprannome di Conte di Montecristo. L’idillio di George, si ruppe nell’autunno del 1860, a seguito di un saccheggio da parte di alcuni volontari alla causa garibaldina che si trovavano a bordo del piroscafo Orwell, capitanato da Raffaele Settembrini. Esplose un vero caso internazionale, che lo portò alla vendita dell’isola al nascente Regno d’Italia.
Oggi Montecristo è una riserva naturale inserita all’interno del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Al fine di tutelare l’ecosistema, l’unico accesso consentito è Cala Maestra. Sull’isola sono presenti oltre quattrocento specie vegetali. Per quanto riguarda la fauna, specie autoctone sono la capra selvatica, il discoglosso sardo, la vipera di Montecristo e il gabbiano corso. Anche l’ambiente marino è molto ricco: il fondale di Montecristo è caratterizzato da praterie di posidonia, anemoni di mare, coralli.
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