Napoleone di ritorno in Francia dal suo esilio elbano raccontava spesso che gli abitanti dell’isola d’Elba erano forti e sani perché il vino dell’Isola dava loro forza e salute. Quest’affermazione oggi ci colpisce, ma si basava su un sentimento molto diffuso all’epoca. D’altronde, ancora oggi il vino elbano è un grande orgoglio dell’eccellente enologia toscana, un prodotto unico nel suo genere amato tanto dalle famiglie elbane che dai più fini intenditori. In particolare, il vino elbano più apprezzato dall’Imperatore era l’Aleatico dell’Elba. Napoleone lo reputava così particolare tanto da provvedere a istituire quella che oggi potremmo definire la prima “DOC” elbana.
Il vino dell’Imperatore, l’Aleatico dell’Elba :
L’Aleatico è un vitigno autoctono che si estende su circa 40 ettari, le sue uve hanno una buccia delicata e sottile. Il vino che si ottiene da queste è un passito non liquoroso, che si distingue per il suo colore rosso scuro dai riflessi granati, per le sue note di confettura e frutta secca. In bocca è morbido, caldo e rotondo. Viene definito come un vino da meditazione, perfetto da abbinare con la cioccolata o con un sigaro. La tradizione prevede l’abbinamento con i dolci della pasticceria elbana secca, come la schiaccia briaca.
La produzione di questo vino è piuttosto complessa. Le sue uve vengono infatti lasciate sovramaturare sulla vite per qualche settimana. Alla fine di questo processo vengono fatte appassire su graticci esposti al sole per un lasso di tempo variabile, venendo ruotate di frequente in modo tale da essere essiccate in modo uniforme. Una volta ottenuto il giusto grado di essiccazione è il momento della fermentazione alcolica a temperatura controllata. Infine, la fase di affinamento varia a seconda dell’azienda vitivinicola di produzione, ma generalmente consiste in 12-14 mesi di barrique e almeno quattro mesi di bottiglia. Da 100 chili di uva si ricavano in media 22 litri di vino.
Gloria Peria, il direttore scientifico degli archivi storici dell’Isola d’Elba ha svolto approfonditi studi sul “Privilegio dell’Imperatore” sull’Aleatico dell’Elba. Secondo degli scritti recuperati di recente risalenti ai primi anni dell’Ottocento, pare che nel 1809 i funzionari dell’Isola d’Elba avessero inviato una supplica a Elisa Bonaparte, Granduchessa di Toscana, titolare dell’Isola d’Elba e sorella di Napoleone, affinché l’Imperatore prendesse provvedimenti per aiutare l’economia dell’Isola. Come risposta Napoleone eliminò le tasse di pedaggio ai vini elbani, che venivano equiparati di fatto ai vini francesi, purché fossero provvisti di un certificato d’origine. In questo senso, il provvedimento napoleonico aveva anticipato l’idea del marchio contemporanea. Nel 2011 l’Aleatico dell’Elba ha ricevuto il marchio DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Oggi l’Aleatico dell’Elba è prodotto da 15 diversi aziende agricole attive sull’Isola.
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