La Miniera del Ginevro è un grande giacimento minerario fra i tanti che caratterizzano l’Isola d’Elba, con le sue risorse e le sue ricchezze custodite nella roccia. Anche se la sua storia è breve, questa miniera è stata importante per i capoliveresi e per tutto il Paese, poiché rappresentava la più grande miniera esistente in Europa. Oggi è aperta al turismo e si possono visitare le gallerie per vivere un’esperienza irripetibile fra i cunicoli scavati dai minatori per 50 anni.
La Miniera del Ginevro, un tesoro a Capoliveri:
L’Elba è un’isola dalle grandi risorse, e non ha solo spiagge magnifiche. Basta andare nel comune di Capoliveri: c’è un monte chiamato Punta Calamita, caratterizzato per i suoi numerosi giacimenti di Magnetite. Fra queste, la miniera del Ginevro è stata la più grande e la più ricca d’Europa fino agli anni ’80, nonostante la sua storia recente.
Inizia tutto nel 1900, quando alcuni scavi rivelano la presenza di questi preziosi giacimenti fra i cunicoli del monte. La Magnetite è un minerale dall’altissima percentuale di ferro, ideale per essere impiegato nell’industria siderurgica. Le prime estrazioni si attestano negli anni ’30, con scavi a cielo aperto sopra il livello del mare per valutare la profondità delle miniere. Miniere che avrebbero riservato presto una sorpresa.
Sì, perché a differenza delle altre miniere di Punta Calamita, scavate in superficie, le gallerie del Ginevro si trovano anche sotto il livello del mare. Nel cantiere del 1960 si utilizzarono esplosioni di dinamite e moderni scavatori al fine di costruire una discenderia obliqua a -54 sotto il livello del mare, fra fango, polvere e buio.
Il vero sfruttamento intensivo iniziò negli anni ’70, quando fu realizzato lo scheletro delle miniere e 7 km di galleria. Fu costruita la torre del pozzo, un ascensore di tecnologia tedesca in grado di portare agevolmente la superficie la magnetite frantumata dalla dinamite e raccolta nei carrelli. Infine, il materiale veniva trasferito nelle laverie dell’opificio, lavorato perché fosse pronto al trasporto via terra o via mare. Le destinazioni principali erano il Vallone o la spiaggia dell’Innamorata, per raggiungere poi e industrie di Piombino, Genova, Taranto o Bagnoli.
In quel momento, le miniere del Ginevro erano il primo grande giacimento d’Europa e si estraevano fino a 100 tonnellate di Magnetite l’ora. Era possibile anche estrarre materiali come Tormalina, Granato, Epitodo e Ilvaite.
Nel 1981, a causa della concorrenza dei paesi in via di sviluppo, si smise di estrarre magnetite dalle miniere del Ginevro, ma le tonnellate di Magnetite rimaste nelle viscere della terra le rendono oggi riserva strategica dello Stato Italiano.
Oggi possibile visitare le miniere, anche grazie all’apertura del Museo della Vecchia Officina grazie a cui è stato possibile dare valore alla storia di questo prezioso giacimento. Le miniere sono aperte alle escursioni turistiche fino a -24 metri sotto il livello del mare.
È possibile ammirare già dall’esterno la roccia scavata sui fianchi di Punta Calamita e le strutture in ferro che collegavano l’ascensore di estrazione all’opificio della miniera. Una volta indossato il caschetto e ricevute le dovute indicazioni ci si può addentrare nelle gallerie e vivere un’esperienza suggestivi fra i giacimenti ferrosi lungo i gradini della vecchia discenderia. È possibile ammirare anche delle bellissime stalattiti colorate lungo tutte le gallerie, uno spettacolo unico nel suo genere.
Se pianificate una visita all’Isola d’Elba fate tappa alle miniere del Ginevro e addentratevi nei misteri delle sue gallerie storiche. Prenotate il traghetto per l’Elba con le compagnie di navigazione che la collegano ai principali porti e organizzate un viaggio ricco d’esperienze.
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Foto di Libens Libenter da Wikimedia
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